Una pista alternativa per spiegare la stagione delle stragi del 1992, quando l’Italia e il mondo intero hanno conosciuto l’orrore e la follia assassina dei bombaroli di Cosa Nostra. “Oltre la trattativa-Le verità nascoste sulla morte di Paolo Borsellino tra depistaggi e bugie” scritto da Vincenzo Zurlo per i tipi di Iuppiter Edizioni, con la prefazione del direttore di Panorama Giorgio Mulè, racconta quella che potrebbe essere la verità alternativa al processo che si sta celebrando a Palermo, che vede imputati il gotha della mafia corleonese e gli uomini delle istituzioni che lo hanno sgominato, a cominciare dal generale Mario Mori, ex comandante del ROS ed ex direttore del Sisde. Un testo che unisce all’agilità della narrazione l’accuratezza e la ricercatezza del dettaglio dell’indagine giornalistica. Una ricerca che va oltre le ipotesi, assai fragili, del teorema della trattativa tra Stato e mafia, per spiegare quello che potrebbe essere il vero movente, secondo l’autore, dell’omicidio di Paolo Borsellino. Se c’è una traccia da seguire, per Zurlo, e che è stata colpevolmente abbandonata per inseguire i fantasmi di un ipotetico accordo tra carabinieri e mafiosi, questa traccia va nella direzione della informativa su mafia e appalti. Un verminaio dove hanno stretto sì accordi uomini d’onore -o meglio del disonore-ma con politica e imprenditori più o meno collusi. Uno scenario investigativo a cui lavoravano prima Falcone e poi Borsellino, ma che non è mai stato realmente approfondito e sviluppato per il suo esplosivo potenziale giudiziario. L’interrogativo principale che si prospetta per il lettore, messo puntualmente al corrente dei fatti dall’autore è: quanto è credibile un’inchiesta, come quella sulla trattativa, che viene smentita, in altri atti, proprio da quelli che sono i testimoni eccellenti del tempo? E come mai la pubblica accusa, pur al corrente dei fatti, ignorerà questi importanti e pratici indizi per seguire delle affascinanti chimere? Oltre la trattativa è una controinchiesta che ha il merito di ricostruire quanto fatto nelle sedi giudiziarie, continentali e non, in cui si sono dibattute vicende di mafia dell’ultimo quarto di secolo. Nasce quindi dallo studio di migliaia di atti processuali, che al pari di un mosaico denso di dettagli consegna uno spaccato inquietante anche -e soprattutto- del mondo di quella magistratura ostile agli eroi Falcone e Borsellino.
Vincenzo Zurlo è laureato in giurisprudenza e specializzato in criminologia forense. E’ un sottufficiale dei carabinieri che ha fatto parte del ROS, il gruppo che arrestò Totò Riina e gli altri capi della cupola corleonese. Nel 2013 ha fondato l’associazione LegalmenteItalia, che porta nelle scuole progetti legati alla cultura della legalità e al rispetto delle regole.