A Napoli gli ingorghi automobilistici e la congestione da traffico possono essere considerati il problema n° 1 della città per l’inquinamento, i rischi alla salute e lo stress per il troppo tempo trascorso in auto a non fare niente, con ritardi al lavoro, impegni che vengono rimandati. Ciò determina ripercussioni sulla produttività che contribuiscono a rendere la città poco competitiva e attraente da investimenti. Al di là delle soluzioni strutturali con trasporti pubblici su ferro e su gomma (ultimamente diventato un servizio decadente con problemi di sicurezza, furti e scippi) e la mobilità sostenibile, un amministratore che volesse realizzare una buona viabilità dovrebbe analizzare il fenomeno da più angolazioni, considerando la variabile comportamentale dei cittadini, come viaggiano e dal degrado in cui versano le strade. Analizziamo più da vicino questi aspetti. Gli ostacoli che determinano gli ingorghi possono essere i numerosi lavori in corso spesso causati dalla scarsa manutenzione delle strade, oppure, dall’autobus che effettua la sosta al centro della strada anziché sull’apposita piazzola antistante alla fermata, perché ostacolato dalle auto in divieto di sosta. Poi ci sono i restringimenti delle strade causati da chi parcheggia in doppia fila, l’uscita o l’entrata dalle scuole, che spesso coincide con l’entrata e l’uscita dagli uffici o all’apertura o chiusura dei negozi. Poi c’è la congestione di intere aree, come la zona Ospedaliera, che dipende dall’incapacità delle strade di sostenere il flusso automobilistico, non più adeguate per la densità abitativa o per la densità di chi transita per questa zona per motivi di lavoro o sanitari. Questo genere di riflessioni dovrebbero renderci ora tutti più consapevoli.
Una riforma strutturale paesaggistica ben pianificata deve: garantire un normale servizio di manutenzione delle strade; fare controlli sulla viabilità, sanzionando gli illeciti che sono ormai all’ordine del giorno, come per esempio il parcheggio dell’auto davanti alla fermata degli autobus; mettere a sistema i problemi facendo lavorare insieme i diversi assessorati per trovare soluzioni condivise alle numerose problematiche trasversali; invogliare la tangenziale di Napoli ad attuare soluzioni condivise per decongestionare la zona Ospedaliera realizzando nuove rampe d’ingresso e uscita; concertare con le associazioni di categoria, la scuola egli uffici pubblici orari scaglionati funzionali al decongestionamento. Insomma, realizzare una viabilità a misura d’uomo con un piano regolatore ad Hoc, abbattendo i rischi e ciò che degrada. Evidentemente tutto questo va affrontato con metodo, studiando innanzitutto i flussi automobilistici necessari a capire come si muovono le persone, solo in questo modo si possono individuare soluzioni ben strutturate. Il principio di una riforma strutturale paesaggistica dell’ideologia della qualità della vita è far spostare meno persone possibili da un quartiere all’altro per motivi burocratici o sanitari, per cui la digitalizzazione della pubblica amministrazione è fondamentale, così come è necessaria la riforma sanitaria dell’ideologia della qualità della vita, che segue la logica della territorialità e della localizzazione di strutture sanitarie quartiere per quartiere, opposta alla concezione della centralizzazione, in modo da consentire ai cittadini di curarsi usufruendo quando possibile di servizi sanitari vicino casa. Concludo: ci vorrebbe subito una legge che impedisca di circolare i veicoli non a norma con le emissioni di fumo dannosi per la salute.
Domenico Esposito