Terzo successo consecutivo del Napoli, era quello che voleva fortemente Conte e che tutti speravano. Era dal campionato dello scudetto che non accadeva e Di Lorenzo e compagni stasera hanno espugnato l’Unipol Domus travolgendo i padroni di casa con una secca quaterna. Una vittoria netta scaturita dagli schemi che il nuovo tecnico sta impartendo ai suoi giocatori e, forse soprattutto, dall’atteggiamento in campo della squadra pronta a lottare su ogni pallone con impegno, aggressività e lucidità. Sotto questi aspetti Conte è già riuscito a dare ai calciatori un volto diverso. Passaggi di prima intenzione, fraseggi precisi sia a centrocampo che nella zona di attacco, raddoppi e pressing asfissiante sciorinati con tanta grinta e determinazione tali da togliere tranquillità agli avversari nelle loro fasi di impostazione. E’ chiaro che occorre ancora tanto lavoro per arrivare all’optimum, a cominciare dal pieno inserimento dei due scozzesi, arrivati a Napoli all’inizio della settimana dopo gli impegni con la loro Nazionale. Hanno esordito entrambi entrando ad un quarto d’ora dalla fine quando però il risultato era ampiamente nelle mani degli azzurri e non hanno potuto dare un saggio delle loro qualità. Altro elemento su cui il tecnico azzurro deve insistere è il pericolo che arriva sulle palle alte dove gli avversari riescono ad avere la meglio. Intendiamoci, l’assetto difensivo con l’arrivo di Buongiorno e la copertura dei centrocampisti nonché dei laterali è nuovamente diventata una roccia ma se la squadra di Nicola ha impensierito notevolmente il Napoli è stato sul gioco aereo. Meret per due volte ha dovuto dare fondo alle sue qualità su colpi di testa di Piccoli, nel primo tempo e di Luperto nella ripresa mentre la terza prodezza l’ha compiuta su un potente bolide che Marin ha scagliato da fuori area mandando il pallone sulla traversa. Tre occasioni scaturite quando il Napoli era in vantaggio di una rete. Ritornando al gioco si è rivisto un Anguissa tornato tonico con pressing a centrocampo con ritorni a togliere il pallone dai piedi degli attaccanti avversari giocando con continuità e concretezza. Di tutto ciò ne ha guadagnato Lobotka tornato ad essere illuminante. Il lavoro mentale fatto da Conte lo si è visto anche dall’atteggiamento dei giocatori caparbi a lottare per il possesso del pallone difendendolo anche con i denti. In attacco Lukaku ha giocato la sua prima partita fin dal primo minuto e i risultati si sono subito visti. Due assist (a Di Lorenzo e Kvaratskhelia) e sono arrivate due segnature e un goal lo ha realizzato anche lui, (e sono due in due gare n.d.r.), non solo ma ha dato pericolosità e consistenza al reparto. Deve ancora lavorare per migliorare la condizione ma si è rivelato letale per gli avversari. Il Napoli ha in pratica dominato il primo tempo andando in vantaggio al 18’ con Di Lorenzo che appena fuori area ha fatto partire un gran tiro deviato da Mina e sfiorando il raddoppio al 44’, con una bella azione condotta da Politano e Kvaratskhelia, e al 48’ con un bel tunnel di Spinazzola il cui traversone non è stato sfruttato. Nella ripresa Di Lorenzo e compagni, sulla spinta del Cagliari alla ricerca del pareggio, ha ceduto un po' nel gioco. E’ durato lo spazio di una decina di minuti perché al 66’ Lukaku serviva Kvaratskhelia che entrava in area e metteva dentro la seconda rete. Dicevamo della cinicità della squadra ed infatti al 70’ Scuffet sbagliava un appoggio, sul pallone si avventava il georgiano che serviva Politano, velo dell’esterno destro e pallone che finiva a Lukaku che non sbagliava. La ciliegina sulla torta poi la firmava Buongiorno al 93’ con un bel colpo di testa su una bella traiettoria calciata da Neres da calcio d’angolo. In sintesi un buon Napoli su cui svetta ancor il cartello “work in progress”.