Nel mondo antico la scomparsa delle api sarebbe stato percepito come una disastrosa calamità e come un prodigio funesto da espiare con ogni mezzo, soprattutto per il miele che era l’unica sostanza dolcificante.
Oggi sappiamo che le api sono fondamentali insetti impollinatori, quindi importanti non solo per il miele prodotto, per il propoli, la cera d’api e così via. La loro funzione impollinatrice svolge un ruolo cruciale per gli equilibri naturali e la sopravvivenza degli ecosistemi, sono necessarie per la conservazione della bio-diversità e la sicurezza alimentare. Un’elevata percentuale di piante selvatiche dipende dalle api, anche l’80% delle piante di cui l’uomo si nutre dipendono da insetti ed animali impollinatori come farfalle, coleotteri, pipistrelli, colibrì etc. Pertanto dobbiamo occuparci di questo fenomeno.
È noto che la popolazione europea e mondiale di api sta subendo negli ultimi anni una drastica riduzione, nei centri urbani sono praticamente scomparse, anche nelle campagne stanno diminuendo.
Negli ultimi 50 anni, la vita media delle api allevate in laboratorio si è dimezzata. A dimostrarlo è uno studio pubblicato il 14 novembre sulla rivista Scientific Report. I due ricercatori dell’università del Maryland, negli Stati Uniti, hanno ipotizzato che le cause sono in parte di natura genetica. L’esperimento è stato strutturato prendendo dagli alveari delle api di età piccola e fatte crescere in un ambiente protetto in laboratorio in condizioni controllate, la causa della morte anticipata sembrerebbe causata da fattori genetici, a prescindere dai fattori ambientali come inquinamento, utilizzo di pesticidi e cambiamento climatico.
Quindi la causa non è una, ma si tratta di un insieme di fattori: perdita di habitat, cambiamento d’uso dei terreni, l’impiego indiscriminato di monoculture, trattamenti fitosanitari, clima, malattie, modalità di allevamento e fattori genetici ancora da dimostrare. Le popolazioni di api mellifere e selvatiche subiscono le maggiori perdite propri nei periodi di massima attività impollinatrice che corrisponde nel periodo tra la primavera e l’estate in cui aumenta l’impiego di diserbanti e pesticidi.
Domenico Esposito