Napoli Capitale d’Europa. O, per meglio specificare, del Mediterraneo. Nell’incantevole cornice di Palazzo Reale si è tenuta la due giorni di lavori del MED5, sigla che sta ad indicare i cinque Paesi del Mediterraneo – Italia, Spagna, Grecia, Cipro e Malta) maggiormente esposti ai flussi migratori via mare. Un confronto tra il ministro degli Interni Matteo Piantedosi ed i suoi omologhi alla presenza anche di Magnus Brunner, Commissario europeo per gli Affari Interni e la migrazione e Hansen Leijtens, direttore esecutivo di Frontex. Un confronto finalizzato a delineare una comune strategia sui temi legati ai migranti. Manco a dirlo, imponente il dispiegamento di forze dell’ordine, per una Napoli letteralmente blindata.
“Una città bellissima e grande, il collega spagnolo ha anche ritrovato le origini spagnole in città” ha spiegato il ministro Piantedosi per quanto riguarda la scelta ricaduta sulla metropoli partenopea. “Ha un posizionamento molto importante nel Mediterraneo, è stata una forte richiesta da parte dei colleghi anche per la sua bellezza” ha ammesso. “Tutte le volte che sarà possibile Napoli sarà certamente una delle candidate principali ad ospitare altri vertici internazionali anche per il risalto importante nella centralità dl Mediterraneo” ha annunciato.
Prima, però, il tema dei migranti e del traffico degli esseri umani, al centro di questa riunione. “Tutti abbiamo riconosciuto la necessità di rafforzare Frontex” ha spiegato il ministro dell’Interno, per poi sottolineare come sia “prioritario il contrasto ai trafficanti di esseri umani”.
“Le nostre esigenze nella fase di attuazione del Patto europeo su asilo e migrazione potremo farle valere solo attraverso un approccio strategico comune” ha spiegato il ministro. Una convinzione comune dei cinque Paesi che rappresentano la frontiera sud dell’Europa. “Il successo del Patto in larga parte dipenderà dalla capacità dei nostri Paesi di proteggere le frontiere esterne” ha poi aggiunto Piantedosi. Il ministro ha poi lanciato un monito a Bruxelles. “Abbiam bisogno di un supporto finanziario adeguato da parte dell’Unione Europa con risorse dedicate alla realizzazione delle procedure alle frontiere esterne” ha sottolineato.
“Riteniamo cruciale lavorare anche sui rimpatri volontari assistiti, sostenuti da azioni di supporto concreto ai rimpatriati per la reintegrazione sociale ed economica nei loro Paesi di origine” ha proseguito il suo discorso.
“E proprio in quest’ottica consideriamo una priorità che l’UE tenga un livello adeguato di finanziamenti e lanci presto una iniziativa specifica sui rimpatri volontari”. Piantedosi ha poi sottolineato il grande sforzo del Governo evidenziato dall’aumento dei rimpatri volontari assistiti e dalla riduzione del numero degli sbarchi. “Dietro c’è un lavoro notevole”.
“Siamo preoccupati per le rotte e gli arrivi verso l’UE” ha sottolineato Byron Camilleri, ministro degli Interni maltese, “dobbiamo cooperare ed introdurre conseguenze per chi non rispetta le leggi e non accettare la situazione che vede i trafficanti entrare nei nostri Paesi. Sui rimpatri serve la cooperazione anche dei paesi terzi” ha poi aggiunto. “Si devono toccare le cause profonde della migrazione in modo che i migranti possano avere un futuro migliore senza imbarcarsi verso l’Europa”, ha poi ammesso, ricalcando le parole del ministro Piantedosi.
“C’è la volontà di fare progressi per la migrazione senza rinunciare ai diritti umani ed ai valori dell’UE” ha invece spiegato Fernando Grande-Marlaska Gómez, ministro degli Interni spagnolo. “La prevenzione è la priorità della politica migratoria e sono importanti i finanziamenti per fornirci le giuste risorse per la gestione degli arrivi dei migranti” ha ammesso sottolineando come il MED5 ha fin qui eseguito un lavoro proficuo pe i Paesi del Mediterraneo ed è un gruppo consolidato ed efficace per difendere gli interessi comuni a Bruxelles.