Il Napoli esce dal Penzo con un solo misero punto che va molto stretto alla squadra azzurra soprattutto per quel che ha prodotto nel primo tempo. Al 4’ il palo ha fermato un gran tiro di Raspadori in mezza giravolta pescato in area da uno splendido assist di Di Lorenzo, pochi minuti più tardi Radu si oppone con una gran parata ad un colpo di testa di McTominay. Il portiere neroverde si ripete al 29’ e sempre su un altro colpo di testa dello scozzese, ma è al 45’ che la dea bendata decide di non dare una mano alla squadra di Conte. Un cross di Spinazzola viene ben incornato di testa da Lukaku, sembrava cosa fatta ma l’estremo difensore neroverde volava e inchiodava il pallone sulla linea di porta a centimetri dal varco fatale. Il Venezia, fino a quel momento non era rimasto a guardare. Sulla sinistra Berzin aveva creato grattacapi a Spinazzola che ha dovuto fare appello a tutta la sua bravura ed esperienza per frenarlo e al 42’ Meret era dovuto intervenire su un tiro di Kike Perez respingendolo, sul pallone però si avventava Fila che indirizzava verso la porta vuota, era Rrahmani che in scivolata evitava il peggio. Ed allora cos’è mancato a Di Lorenzo e compagni per portar via l’intera posta in palio? Presto detto. Una ripresa giocata a ritmo senza la stessa intensità dei primi 45’, tant’è che sul taccuino sono annotati solo due occasioni, al 58’ quando un cross velenoso di Spinazzola veniva deviato con la punta delle dita dal portiere veneziano e al 62’ quando una gran bella giocata cominciata da Spinazzola proseguita da Lukaku che serviva velocemente Politano sul cui tiro si rendeva ancora protagonista l’estremo difensore rumeno. Il Napoli nel secondo tempo ha continuato ad avere il gioco in mano ma è calato il ritmo favorendo il posizionamento e l’opposizione della squadra di Di Francesco. Sulla fascia Politano non è stato effervescente e punzecchiante come finora l’abbiamo visto, Gilmour e Lobotka a centrocampo non sono stati brillanti come nella prima frazione e gioco forza ne hanno risentito anche le manovre in attacco. Raspadori, nonostante il gran prodigarsi non ha avuto gli appoggi che gli servivano e Lukaku, impegnato nel solito duello con il suo marcatore, è venuto meno nella sonda verso i suoi compagni di reparto. McTominay è stato l’ultimo a lottare fino alla fine producendosi in una spettacolare azione personale sbagliando solo l’ultimo appoggio a Simeone. Conte al 76’ operava ben quattro cambi per ridare lucidità e verve alla squadra facendo entrare Olivera, Okafor, Anguissa e Simeone per Gilmour, Lukaku, Raspadori e Spinazzola, mentre Juan Jesus subentrava a Rrahmani preda di un infortunio muscolare. Niente da fare, anzi peggio, già perché i subentrati si sono rivelati più confusionari. Anguissa all’82’ perdeva un pallone davanti all’area di rigore creando una situazione di pericolo per la difesa azzurra che per fortuna non si concretizzava e Simeone al 93’ su un cross di Okafor davanti a Radu colpiva il pallone mandandolo oltre la traversa. Forse sarebbe stato più opportuno fare entrare Billing al posto del camerunense, da poco ripresosi da un infortunio e con la testa altrove visto che i rumors lo danno per partente a giugno, ma sono osservazioni che lasciano il tempo che trovano. E come se non bastasse bisognerebbe anche ringraziare Meret che si è opposto all’ultimo secondo di gioco ad una sventola di Nicolussi Caviglia. In sostanza un occasiona mancata e altri due punti persi che vanno ad aggiungersi a quelli accumulati contro la Roma e l’Udinese e ormai sono diventati già troppi.