Serviva una vittoria per rimettere sui giusti binari il Napoli dopo la sconfitta subita contro la Fiorentina e soprattutto dopo due settimane in cui è successo di tutto. Prima il quasi esonero di Garcia con Antonio Conte che sembrava sul punto di mettere piede a Castel Volturno, poi il gran rifiuto dell’ex Juve, Inter C.T. della Nazionale azzurra ecc.ecc., quindi l’allenatore francese che resta tra dichiarazioni e smentite con il presidente De Laurentiis nelle vesti di osservatore giornaliero di quello che accadeva. Insomma un passaggio per nulla tranquillo in vista della ripresa del campionato contro un Verona, per giunta nel catino infernale del Bentegodi, a caccia di risultati utili per risalire l’insufficiente classifica. Una partita delicatissima in particolar modo sul piano psicologico con due assenze di peso come quelle di Anguissa e Osimhen e con gli occhi puntati addosso. Tutto assolutamente non facile da superare. Ebbene Di Lorenzo e compagni hanno superato questo scoglio brillantemente ritrovando in buona parte della gara quegli schemi e quel gioco che gli sono valsi la conquista dello scudetto. Cajuste è stata una piacevole sorpresa. Non ha fatto rimpiangere il camerunese dimostrando di avere carattere, grinta e qualità tecniche di sicuro affidamento. A centrocampo ha alzato un muro spezzando il gioco dei padroni di casa intervenendo sempre efficacemente e soprattutto in maniera pulita e non ha disdegnato scorribande in attacco sfiorando la rete in due occasioni. Se riesce ad essere continuo la traumatica assenza di Anguissa può essere superata con sollievo. Al fianco dello svedese hanno girato alla perfezione Lobotka e Zielinski che hanno messo sotto pressione la difesa veronese facendo girare il gioco velocemente, ma i due gioielli di oggi portano i nomi di Politano e Kvaratskhelia. L’esterno destro ha fornito un'altra prestazione maiuscola correndo come un assatanato sulla sua fascia avanti e indietro. Ha avuto il merito di aver sbloccato il risultato con un gran goal ma ha fatto luccicare gli occhi a tifosi e giornalisti con due assist di pregevole tecnica che hanno messo il georgiano nelle condizioni di far rifulgere le sue qualità. Il nuovo arciere azzurro (sulle orme di Calaiò, lo ricordate? N.d.r.) è tornato tonico dalle prestazioni con la sua Nazionale e dal matrimonio celebrato solo pochi giorni fa. Non solo è stato letale ma nel primo tempo ha fatto riemergere l’intesa con Mario Rui, tornato a giocare fin dal primo minuto dopo un bel po' di tempo, sulla fascia sinistra che ha creato un bel po' di grattacapi alla difesa veronese. Non si capisce perché poi Garcia ha tolto dal campo il portoghese sostituendolo con Zanoli e spostando sulla sinistra Di Lorenzo in palese difficoltà su quella zona del campo. Buona anche la partita di Raspadori schierato al posto di Osimhen. Il ragazzino si è dato un gran daffare sfiorando la rete in due occasioni con tiri da lontano, di cui uno su punizione. In difesa è rientrato Rrahmani formando l’inedita coppia con Natan. Il kosovaro ha fornito una discreta prestazione anche se gli manca ancora la piena reattività. La rete siglata da Lazovic è nata da una disattenzione sua e di Di Lorenzo. Capitolo a parte merita Meret. Criticato soprattutto sui social dai soliti “leoni da tastiera” si è opposto con tutta la sua bravura almeno in quattro occasioni ed in particolare al 73’ su tiro di Bonazzoli scagliato in piena area compiendo un’autentica prodezza evitando che i gialloblù riaprissero la partita. In conclusione una prestazione tonificante che fa riprendere la corsa in campionato e soprattutto in vista della delicata gara di martedì in Champions League contro l’Union Berlino da portare a casa per proseguire il cammino nel girone con maggiore tranquillità.