Nella mattinata odierna, il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha partecipato, presso Piazza Municipio alla cerimonia commemorativa per Giovanbattista Cutolo, cui hanno presenziato, oltre ai genitori del giovane, Daniela di Maggio e Franco Cutolo con la figlia Ludovica, anche gli Onorevoli Francesco Emilio Borrelli e Dario Carotenuto, il presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, il Vice Sindaco di Napoli, Laura Lieto e l’Assessore alla legalità Antonio De Iesu, nonché alcuni Sindaci e rappresentanti di Comuni dell’area metropolitana, il Questore di Napoli, Maurizio Agricola, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza. Paolo Borrelli, il rappresentante del Comando Provinciale dei Carabinieri, Col. Andrea Leo.
Di seguito il testo del discorso del Prefetto di Napoli.
"Desidero, innanzitutto, salutare la mamma di Giovanbattista Cutolo, Daniela di Maggio, il padre. A loro, un caloroso abbraccio.
Saluto e ringrazio tutte le Autorità civili, militari e religiose presenti. Porto anche i saluti di don Maurizio Patriciello, che purtroppo non è potuto essere qui presente con noi, ma mi ha chiesto di partecipare alla mamma di Giogiò, e a tutti i presenti, il suo abbraccio e la sua benedizione.
Un vento di dolore, sofferenza e rabbia soffia più forte sulla comunità nel ricordo del compianto Giogiò ad un anno dalla sua scomparsa, ucciso da un suo coetaneo.
In questo tragico evento luttuoso che ha annichilito e lastricato a terra i genitori e la sorella, la comunità ha avuto una rapida risposta giudiziaria, ma quella che interpella la coscienza di ognuno ed invoca un cambio di passo, soprattutto tra i giovani e giovanissimi, è affidata ad ogni persona, alle diverse sensibilità, a coloro che sfidano il quotidiano per sconfiggere ogni forma di rassegnazione.
Bisogna evitare che la tragedia resti relegata in un angolo di cronaca giudiziaria; è l’ora di un poderoso sussulto che reclama una singolare attenzione su una morte, come altre avvenute in un modo così assurdo, allo scopo di rendere anche visibile il perseguimento di nuovi obiettivi per irrobustire la coesione sociale.
Oggi, si deporrà, nel luogo della vicenda, una corona in memoria di Giovanbattista.
Da qui, dunque, è necessario partire perché lo spazio culturale, le aspirazioni, l’attività del giovane musicista Giogiò possano diventare patrimonio della comunità.
La morte di Giogiò ha innescato sentimenti di vivo sconcerto anche per le modalità con cui l’atto esecrabile è avvenuto, in cui è prevalso “il mai visto”, “l’inaudito”.
Allora, lo squarcio che si apre nella coscienza collettiva va oltre la morte per riproporre nell’umano un dolore capacedi inondare gli interstizi in cui spesso precipita l’uomo, trasformandolo in azione concreta di riscatto sociale, memoria e forza vivificante.
Il ricordo di Giogiò deve riportare dall’Aldilà il profumo della vita di un giovane che senz’altro avrebbe reso la comunità più improntata alle regole per una serena convivenza e connessa ai valori della carta costituzionale.
Il passaggio del testimone, gravido di responsabilità, è stato fatto proprio dalla mamma che, malgrado la ferita mortale inferta alla sua anima, ha iniziato a percorrere in lungo ed in largo le strade che conducono alle tante scuole dove accanto ai saperi cerca di trasmettere, nel nome del compianto Giogiò, i principi di legalità.
È lievito fecondo che consente a Giogiò di vivere, in modo intangibile, in questa straordinaria Città che, seppur tra difficoltà, possiede la capacità di assorbire le sue parole e le sue emozioni.
Si legge da un anonimo “Le persone che amiamo non se ne vanno mai davvero; camminano accanto a noi ogni giorno, invisibili, silenziose, ma sempre vicine, sempre amate, mai dimenticate”.
Ecco, la corona ci aiuti a rafforzare la memoria di Giogiò".
Michele di Bari